Inquinamento Atmosferico

L'inquinamento atmosferico è quel fenomeno riscontrabile in seguito all'immissione nell'aria di sostanze di qualsiasi natura in misura e condizioni tali da alterarne la salubrità e da costituire un pericolo (diretto o indiretto) per la salute dei cittadini e per i beni pubblici e/o privati.
L'inquinamento atmosferico (che nelle aree urbane è comunemente detto smog, parola derivante dall'accoppiamento delle parole inglesi smoke - fumo - e fog - nebbia) può avere cause naturali od antropiche; in quest'ultimo caso risulta essere una conseguenza di attività umane, e quindi delle emissioni, di natura industriale o civile (in particolare provocate dal trasporto autoveicolare), che l'uomo produce.
Le emissioni industriali provengono per lo più da centrali termoelettriche, raffinerie di petrolio, cokerie, cementifici ed inceneritori di rifiuti (che emettono, tra gli altri, soprattutto inquinanti convenzionali come l'anidride solforosa - SO2, l'anidride carbonica - CO2, e gli ossidi di azoto - NOX).
Le emissioni civili provengono per lo più dagli impianti di riscaldamento domestico e, in maggior misura, dal traffico auto e motoveicolare; i fenomeni in questione provocano enormi immissioni in atmosfera di benzene, PM10 e di ozono.
La disciplina nazionale sull'inquinamento atmosferico subisce una radicale riformulazione in forza del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152, il provvedimento messo a punto in base alla legge 15 dicembre 2004 n. 308 (recante "Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione della legislazione in materia ambientale") in vigore dal 29 aprile 2006.

A partire da tale data, infatti, sono dal Dlgs 152/1006 mandati in soffitta ben diciannove provvedimenti chiave in materia di tutela dell'aria, tra cui (in base un regime transitorio che andrà fino al completamento del quadro regolamentale di attuazione del Dlgs in parola) il Dpr 203/1988 sugli impianti industriali ed il Dpcm 8 marzo 2002 sulle caratteristiche dei combustibili.